Scrivere. Idee per la didattica della scrittura.

Recensione di Anna Rosa Guerriero (2021), Scrivere. Idee per la didattica della scrittura, Franco Cesati editore, Firenze.

Nel dibattito sulla questione della prima prova dell’Esame di Stato, nato a partire da un documento di alcuni studenti della secondaria di II grado, sorprendono l’approccio generico, talvolta disinformato, e il tono sommario di coloro che si sono dichiarati favorevoli all’abolizione della prova scritta di italiano.

La scrittura è una conquista dell’umanità e di ogni singolo individuo. Per il bambino/la bambina che inizia a tracciare segni alfabetici è una conquista paragonabile solo al levarsi in piedi e iniziare a camminare. Inoltrarsi nello spazio di una stanza e tracciare segni lungo un rigo sono due esplosioni di potenza: un vero salto cognitivo- comportamentale. Chi riesce ad accedervi cambia consapevolezza di sé.

Scrivere è un esercizio sommamente fecondo: cercare le parole più appropriate, tra le molte a disposizione, ad esprimere il proprio pensiero, implica un’esplorazione di sé stessi. Ecco perché privare gli studenti di questa prova non sarebbe solo un atto di superficialità e noncuranza ma un vero danno.

Insegnare a scrivere davvero (= nella pienezza dell’atto) è compito della scuola, o meglio di ogni ciclo scolastico.

Ad aiutare ad avere piena consapevolezza della potenza e della complessità dell’atto di scrivere, è uscito qualche mese fa un bel libro a cura di Anna Rosa Guerriero, Scrivere. Idee per la didattica della scrittura, Franco Cesati Editore, 2021.

Questo libro va letto e tenuto sulla propria scrivania da ogni docente perché, con piacevole e chiaro andamento, si addentra gradualmente nella complessità dell’insegnamento della scrittura e ne mostra, illustrandole con esempi, le forme più adatte ai diversi cicli scolastici.

Il libro si sviluppa in tre parti.

Nella prima, la scrittura viene analizzata come atto sociale, come compito cognitivo e se ne deduce l’importante potenziale formativo. Vengono illustrati prodotti e procedure. Tutto questo offre al docente uno sguardo d’insieme sull’importanza sociale e individuale del saper scrivere.

Nella seconda, vengono chiamati in causa alcuni linguisti che a lungo si sono impegnati nella ricerca applicata – Piemontese, Colombo, Lavinio e la stessa Guerriero – e, attraverso alcuni loro brevi saggi, la scrittura viene approfondita come problem solving, come varietà di tipi e forme testuali da affrontare in un curricolo verticale, come scritture di sintesi e rielaborazione di testi. È una parte all’insegna dell’ampiezza e della profondità; offre al docente una summa di ciò che la scuola, unica agenzia educativa in grado di farlo, ad inizio XXI secolo può e deve fare per rendere i cittadini capaci di scrivere.

Ed ecco che, nella parte terza, il nuovo orizzonte di senso, entro il quale il docente consapevole dell’alto valore formativo della scuola, della ricerca e del proprio ruolo si muove, mappa nelle prospettive didattiche cammini mai banali, sempre visti verticalmente, per muoversi tra le diverse abilità e le varie forme dello scrivere.

Non sarà superfluo aggiungere che chiari schemi aiuteranno a scegliere e ad orientarsi.

Mi auguro che questo libro piaccia ai e alle docenti come è piaciuto a me e che, con la loro collaborazione, renda nella scuola italiana migliore l’insegnamento della scrittura.